La mostra è un’occasione imperdibile per ammirare una selezione di lavori provenienti da un patrimonio straordinario, unico per qualità e varietà e normalmente non visibile per ragioni conservative. Un patrimonio da cui sono derivate le collezioni delle diverse realtà museali cittadine che trattano dell’arte del ‘900.
Le opere provengono dalle collezioni del Gabinetto dei Disegni, della Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, della Biblioteca d’Arte, della Galleria d’Arte Moderna, delle Civiche Raccolte Storiche, dal Museo del Novecento, dal Centro di Alti Studi sulle Arti Visive e si arricchiscono inoltre con un prestito delle collezioni di Intesa Sanpaolo di oltre 40 opere.
Dal 18 ottobre al 12 marzo 2017, negli spazi del Museo del Novecento a Milano, la mostra esplora l’arte moderna com’era raccontata dai rotocalchi negli anni del “boom”
Ritratto di Carla Fracci Ritratto di Gina Lollobrigida
MILANO – “BOOM 60! Era arte moderna“ è la rassegna a cura di Mariella Milan, Desdemona Ventroni, Maria Grazia Messina e Antonello Negri, che apre al pubblico il 18 ottobre nei nuovi spazi espositivi del Museo del Novecento a Milano. Il percorso espositivo, nell’allestimento firmato dall’Atelier Mendini, si articola tra Arengario e Piazzetta Reale e si compone di opere provenienti da Musei e raccolte pubbliche e private, ma anche dalla ricca collezione del Museo del Novecento.
La mostra esplora l’arte moderna com’era raccontata dai rotocalchi negli anni del “boom”. Riviste come ”Epoca”, “Le Ore”, “L’Europeo”, in quegli anni infatti raggiungono le loro massime tirature, diventando non solo un importante strumento di intrattenimento, ma anche lo specchio fedele della mentalità e delle aspirazioni collettive.
I temi dell’arte – dalle polemiche sull’astrattismo e sui nuovi materiali, al genere sempre amato del ritratto fino alla rappresentazione degli artisti di successo – vi si intrecciano con la presenza di celebrità del cinema, della tv, della canzone. E’ anche il periodo in cui si affacciano da protagonisti il mercato e il collezionismo, in linea con lo spirito del “miracolo”, in nome del quale l’arte sembra destinata a entrare, come il frigorifero e la lavatrice, nelle case di tutti.
L’esposizione restituisce quindi i diversi aspetti della cultura visiva italiana in un momento particolare, in cui le novità artistiche si scontrano con le attese di un grande pubblico molto diffidente nei loro confronti. Le riviste giocano un ruolo fondamentale, poiché a volte assecondano il pubblico nei suoi pregiudizi, altre volte invece cercano di calare il mondo dell’arte nelle forme della cultura di massa.
Sono circa centoquaranta le opere di pittura, scultura e grafica scelte per l’esposizione. Quattro le sezioni in cui è suddivisa la mostra: ”Grandi mostre e polemiche”, “Artisti in rotocalco”, “Artisti e divi”, – Cassinari è qui presente con i ritratti di Gina Lollobrigida e di Carla Fracci – “Mercato e collezionismo”, con le più diffuse illustrazioni fotografiche e televisive delle opere stesse e dei loro autori.
La rassegna è arricchita anche da una sezione documentaria che presenta al pubblico, nella sala Archivi del Museo, le riviste e i loro diversi modi di raccontare l’arte moderna, dalle copertine alle inchieste, dalle rubriche di critica alla pubblicità.
L’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno ha dichiarato: “Questa mostra segna un punto importante di analisi sull’arte del Novecento da una prospettiva inusuale e inaspettata, che porta al recupero di una parte dell’identità della nostra città in un momento di grande ascesa economica e reputazionale: gli anni del boom, appunto. Ma questo progetto, che si estende nelle sale di Palazzo Reale allargando gli spazi espositivi a disposizione delle nostre temporanee, è importante anche per anticipare la centralità che l’arte del secolo breve avrà nei prossimi anni. Vorrei infatti coinvolgere tutte le istituzioni culturali cittadine per costruire insieme nel 2018 un grande palinsesto lungo un anno dedicato al Novecento italiano, che approfondisca il grande fermento di quel secolo straordinario non solo per l’arte ma anche per tutto il pensiero creativo”.
La mostra rimarrà aperta fino al 12 marzo 2017.
Vademecum
MUSEO DEL NOVECENTO
Via Marconi, 1
+39 0288444061
ORARI:
lunedì 14.30 – 19.30
martedì,mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
BIGLIETTO (l’ingresso alla mostra comprende anche la visita al museo) intero 10 euro, ridotto 8 euro
gratuito (ragazzi sotto i 12 anni, portatori di handicap, possessori Card OttoNoveCento, possessori Abbonamento Musei Lombardia)
INFO: Tel. 02.88444061 – www.museodelnovecento.org
La storia dell’arte italiana, a partire dal secondo dopoguerra, attraverso una settantina di opere provenienti dalle collezioni astigiane. A Palazzo Mazzetti (Corso Vittorio Alfieri, 357 – Asti), dal 17 ottobre al 29 novembre 2015, “ASTI CONTEMPORANEA. Collezioni private”, esposizione collettiva curata da Maria Federica Chiola con un testo critico di Raffaella A. Caruso.
Promossa da Fondazione Palazzo Mazzetti e Città di Asti, in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti, la mostra sarà inaugurata venerdì 16 ottobre alle ore 18.00.
In esposizione, settantadue opere realizzate da cinquantuno artisti, tra i quali Giuseppe Capogrossi, Bruno Cassinari, Carla Accardi, Giulio Turcato, Piero Dorazio, Mimmo Rotella, Afro, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Valentino Vago, Getulio Alviani, Giorgio Griffa, Alighiero Boetti e Paolo Cotani.
Il progetto nasce dal profondo interesse che la città di Asti nutre per l’arte a partire dagli anni ’40, con mostre, premi ed un collezionismo radicato. Ne costituiscono un esempio la “Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea e di Scenografia”, inaugurata nel 1949 per celebrare il bicentenario della nascita di Vittorio Alfieri, e la prima edizione del Premio Alfieri (1950).
Proprio per questo, “ASTI CONTEMPORANEA” nasce grazie ai collezionisti della città che hanno messo a disposizione di Palazzo Mazzetti un ricco patrimonio di opere acquisite negli anni. La mostra va dunque a rileggere, in sale organizzate per anni e per temi, la storia dell’arte italiana dal dopoguerra al boom economico e ai nuovi linguaggi, attraverso gli occhi del collezionismo di soli prestatori astigiani, le cui opere si sono rivelate espressione della valenza del territorio attraverso arte e cultura.
Come scrive Raffaella A. Caruso nel testo critico in catalogo, «Raccogliere un’opera d’arte, farla propria, permetterle di dialogare con sue simili, creare connessioni impreviste, ambientare il lavoro in contesti spesso improbabili significa espandere la possibilità di comunicazione dell’opera stessa, concorrere a una funzione educativa nel proprio contesto sociale, migliorare nel bello la propria qualità di vita, restituire ai posteri uno spaccato della società con una personalissima sensibilità, spesso precorrere i tempi, anticipare le tendenze, poter dire vent’anni dopo io c’ero».
Il filo rosso della mostra, interpretato graficamente dalla curatrice nella scomposizione del logo di Palazzo Mazzetti, che ricorre negli allestimenti e nel catalogo, rappresenta il persistere di un’idea che, sin dall’origine, intendeva identificare Palazzo Mazzetti come luogo d’arte e cultura. «Un sottile filo rosso -spiega Maria Federica Chiola – da subito parte del progetto e chiaro nella mente, ha tenuto insieme tutti gli elementi, quadri e pensieri, fino alla realizzazione del percorso. Da architetto so che non esiste mai un progetto che venga realizzato come inizialmente pensato: c’è come una provvidenziale forza che guida e raccoglie tutte le energie».
Il filo rosso, trasformato graficamente dalla curatrice in “Fil – Rouge”, diventa opera in realtà aumentata con l’intervento dell’artista Aidan che rende il catalogo interattivo regalando allo spettatore emozioni inattese e permettendogli di rivivere l’intera esposizione.
Il visitatore sarà guidato di sala in sala da alcune pareti rosse a ricordare, insieme al bianco, i colori della città di Asti, a cui è dedicata una piccola stanza. Il percorso espositivo comprende anche tre opere (Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, Giuseppe Santomaso) da cui sono stati tratti alcuni degli arazzi realizzati nel 1960 per la nave transoceanica Leonardo da Vinci dall’arazzeria Scassa, vanto della città, a partire da una selezione operata da Giulio Carlo Argan.
Opere di: Carla Accardi, Getulio Alviani, Enrico Baj, Paolo Baratella, Afro Basaldella, Vasco Bendini, Aldo Bergolli, Gianni Bertini, Alberto Biasi, Renato Birolli, Alighiero Boetti, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Bruno Cassinari, Enrico Castellani, Antonio Ciarallo, Antonio Corpora, Paolo Cotani, Roberto Crippa, Dadamaino, Sergio Dangelo, Lucio Del Pezzo, Piero Dorazio, Gianni Dova, Lucio Fontana, Reale Franco Frangi, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Umberto Mastroianni, Aldo Mondino, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Gualtiero Nativi, Ugo Nespolo, Mario Nigro, Claudio Olivieri, Tancredi Parmeggiani, Cesare Peverelli, Pino Pinelli, Mimmo Rotella, Piero Ruggeri, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Santomaso, Emilio Scanavino, Mario Schifano, Giacomo Soffiantino, Giulio Turcato, Valentino Vago, Emilio Vedova, Claudio Verna, Luigi Veronesi.
Orari: da martedì a domenica ore 10.30-18.30 (ultimo ingesso ore 17.30)
Costi:
Il biglietto d’ingresso al museo di Palazzo Mazzetti consente l’accesso gratuito alla mostra.
PER INFORMAZIONI
Palazzo Mazzetti Corso Vittorio Alfieri, 357 – 14100 Asti Tel. 0141 530403 info@palazzomazzetti.it
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